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Una pausa di scoperta

Bisogna prendersele delle pause ogni tanto.
Io, che corro sempre e riempio il tempo come nemmeno i cassetti, sabato mi sono presa una pausa.
Non ho aperto l’azienda del fine settimana (quella che produce panini, pizze, torte e chi più ne ha più ne metta) e sono uscita.
Lasciando a casa il resto della truppa.
Sono andata a zonzo in centro, alla scoperta del cuore di Firenze che batte di là d’Arno, nella zona che si apre oltrepassato il Ponte Vecchio.
Come molti turisti, che visitando il centro, si limitano al Duomo, PonteVecchio, Santa Croce (e mi vergogno quasi a dirlo) anche io, che sono fiorentina, qui ci ho messo piede sempre poche volte… un po’ perché la mia vita quotidiana non mi porta a passare da queste parti, un po’ perché, come tanti turisti, quando penso vado in centro, penso al Duomo e zone limitrofe ed è raro che arrivi ad oltrepassare il Ponte Vecchio.
Così, complice Chiara (alias ForchettinaGiramondo) che ha organizzato  meravigliosamente il tutto, sabato insieme ad altre ragazze-con-blog con cui abbiamo subito fatto gruppo (Chiara e Marta, Stefania, Claudia, Francesca, Silvia) sono andata alla scoperta di alcune botteghe dell’Oltrarno, che ci hanno fatto immergere nella vita fiorentina, come era una volta.
Si, perché qui, bottegai e abitanti si conoscono, si salutano, hanno ritmi più lenti e sembra davvero di essere tornati indietro nel tempo. Per capirsi, qui le vecchine per strada aspettano con ansia che qualche turista si perda e sia costretto a chiedere qualche informazione, giusto per avere la scusa per attaccare bottone… 🙂
Abbiamo iniziato il nostro giro da CiBi, un nuovissimo e veramente particolare caffè-bistrot, in cui si unisce l’amore per il cibo e quello per i libri a quanto è cultura del cibo.

CiBi puzzle

I gestori ci hanno accolto e ci hanno fatto subito respirare un’aria familiare, raccontandoci la storia di questo nuovissimo locale, le intenzioni di affiancare al cibo anche serate dedicate alla presentazione di libri o di produttori particolari.
La cosa che ho apprezzato più di tutte, a parte l’arredamento, la spiegazione dei vini e di come è nato il locale,  è stato poter vedere Bogush, il cuoco, all’opera e poterci fare due chiacchiere (oltre che assaggiare alcune delle sue prelibatezze).
Bogush, che ha origini polacche ma strascica la C più di me, con umiltà e simpatia ci ha raccontato di come nascono i suoi piatti, di come ricerca materie prime che siano di stagione e coltivate non troppo lontano (per alcune cose si rifornisce direttamente dalle botteghe lì intorno, come il macellaio, tanto per dire), di come ricerca di proporre consistenze che si compensino e contrastino (la croccantezza di una finissima fetta di pane abbrustolita e la morbidezza di una terrina di faraona), di come crea piatti che facciano risaltare i sapori dei singoli ingredienti e che siano belli da vedere.
Ma soprattutto, la frase che da sola racconta più di ogni altra cosa cio’ che vi potrei raccontare, è quella con cui  ha concluso e che mi è rimasta nel cuore:
“Spero che quello che assaggerete vi piaccia. Io ci ho messo il mio amore”.
E vi ho detto tutto  🙂

BogushPuzzle

Poi abbiamo proseguito il giro verso un locale che invece è di quelli storici fiorentini (dal 1961) e che sarebbe il regno dei legumini: il Dolce Emporio, una bottega in cui entri e ti par di essere tornato indietro di tanti anni…La cosa che colpisce, appena entrati, sono la fila di splendidi barattoli di vetro, con il tappo, ripieni di caramelle di tutti i tipi (scordatevi i distributori in plexiglas  di troiai vari che ci sono al cinema, accanto ai popcorn): le ginevrine, i duri di menta, le liquirizie, i lecca lecca…
Ma oltre alle chicche, qui abbiamo trovato anche cioccolate di qualità, i biscotti delle nonne di SanFrediano (il quartiere popolare in cui si trova) fatti come si farebbero a casa (senza schifezze aggiunte, per intendersi), ma anche te’ e tisane inglesi, biscotterie francesi, spagnole (non avevo mai visto a giro la torta de aceite) e di un po’ tutte le parti del mondo, e un vasto assortimento di liquori e spumanti.
Oltre alle bontà che ci si trovano, vale la pena farci un salto anche solo per il proprietario, che è un vero e proprio personaggio.
Con i suoi occhi limpidi e azzurri, racconta come lì ci dovrebbero stare le sue figlie, al suo posto, ma sono sempre in giro per il mondo a studiare.. E quando parte a raccontare non finirebbe mai: aneddoti su come era Firenze una volta, di come ha impedito la chiusura del negozio (comprandolo), quando i vecchi proprietari, da cui lui stesso comprava le caramelle quando era bambino, volevano chiudere, del fatto che i giovani non si fermano più nelle botteghe a fare due chiacchiere…
Insomma, un esercizio storico fiorentino, di quelli in via d’estinzione ma che resistono, per fortuna!

DolceEmporioPuzzle

Il giro non si è fermato qui…. to be continued

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2 Comments

  • Reply lagreg74

    Gaia…ma tu sei di Firenze? Siamo vicinissime…io appena oltre l'Appennino…la prossima volta ti accompagno io in Santa Croce e tu magari mi fai scoprire degli angoli di Firenze che non conosco…

    Un abbraccio
    Silvia

    6 Marzo 2014 at 14:41
  • Reply gaia

    Si, Silvia! Molto volentieri!! 😉

    7 Marzo 2014 at 7:51
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