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Brodetto di pesce e taralli al peperoncino, trivelle e condivisioni

E questo mese tocca al pesce.
Sono sempre più convinta che la sfida MTC in realtà sia una scuola e talvolta una sfida con se stessi più che con gli altri partecipanti!
La dimostrazione sta in questo post: se non fosse stato per MTC una zuppa di pesce non l’avrei mai fatta.
Un po’ perché i pesci con le lische in casa sono difficilmente apprezzati dai più piccoli, non tanto per il gusto quanto per il fastidio di ritrovarsi le simpatiche spine tra i denti.
Un po’ perchè nonostante le finestre aperte, la porta di cucina chiusa e l’aspiratore della cappa al massimo della potenza, cuocere il pesce ha l’effetto collaterale di lasciare quell’odorino persistente anche nei giorni a seguire. E rientrare in casa e sentire ‘puzza di pesce’ è quanto di più lontano dal far spuntare un sorriso in viso.
Così il pesce si mangia dalla nonna. Che peraltro è bravissima.
Sono stata titubante se partecipare o saltare il mese.
Poi ho accettato la sfida e mi sono messa all’opera.
Sì, perché è proprio ora il momento per parlare di pesce e di mare. I mezzi di comunicazione tradizionali (Tv e giornali) ne parlano poco, ma il mare ed il suo habitat, i pesci e la nostra salute sono minacciati dalla trivellazione dei fondali dei nostri mari, eseguita senza troppi scrupoli per la ricerca di petrolio e di gas lungo le nostre coste.
Il 17 Aprile sarà possibile fermare le trivellazioni ed evitare che le concessioni governative per l’estrazione e la ricerca di combustibili entro 12 miglia dalla costa non abbiano più una scadenza.
E così con un SI al referendum potremmo tentare di salvare il nostro mare, il suo habitat e i suoi abitanti.
Perché Il mare lo Cucino, non lo trivello!
E se volete anche voi dar voce a questo tam tam di diffusione andate a leggere il breve post che spiega di cosa si tratta, da Maria.

La ricetta della sfida MTC 55 è stata proposta da Anna Maria Pellegrino, del blog La cucina di QB e presidente dell’Associazione Italiana Food Blogger (AIFB) di cui faccio parte.
Anna Maria, che al pari della VanPelt, è una forza della natura, dal fisico esile ma con un’energia che da invidiare, è veneziana e da buona donna che vive vicino al mare (e con il mare negli occhi) ha pensato ad una ricetta dalle umili origini, di stampo marinaro: il Broeto.
Il brodetto (tradotto dal veneziano all’italiano) non è altro che una semplice zuppa che veniva preparata dai pescatori, direttamente in barca, usando il pesce che non vendevano.
Una zuppa in cui poteva finire di tutto e che veniva accompagnata da polenta, gallette o altro tipologia di pane secco che poteva mantenersi in barca per diverso tempo senza sciuparsi.

 

Brodetto di Pesce

Non avendo tanta dimestichezza con il pesce, non mi sono azzardata a preparare una ricetta molto diversa da quella originale, anzi ho aggiunto solo un pomodoro!
Per l’accompagnamento, invece, ho preparato qualcosa con ingredienti che mi sono più familiari: farina, vino e olio. E così ho realizzato dei tarallini al peperoncino che potessero accompagnare il mio broeto e potessero dargli una nota speziata e un tocco di vivacità.

Brodetto di Pesce

 

Brodetto di Pesce

 

Brodetto di Pesce

Brodetto di pesce
(per 4 persone)

400 g di calamari
300 gr di spinarolo
400 gr di coda di rospo
200 gr di triglie
4 scampi
500 gr di cozze
una carota
una costa di sedano
metà cipolla
uno spicchio di aglio
un pomodoro costoluto
olio extra vergine di oliva
sale

 

Brodetto di Pesce

Togli la pelle ai calamari e tagliali a rondelle.
Togli la lisca centrale dallo spinarolo e dalla coda di rospo e taglia i pesci a cubetti.
Eviscera le triglie e sfilettale, partendo dalla testa e togliendo la lisca centrale.
Stacca la testa degli scampi.
Riponi tutto il pesce in un vassoio, tenendolo separato per tipologia, copri con pellicola e conserva in frigo. Dato che i pesci usati hanno tempi di cottura diversi, se si tengono separati sarà più facile inserirli nella zuppa al momento giusto.
Prepara il fumetto: in una pentola capiente versa due cucchiai di olio extra vergine di oliva e fai dorare gli scarti del pesce (teste e lische) schiacciandoli con un mestolo.
Aggiungi tre litri di acqua e porta a bollore. Unisci il sedano e la carota, schiuma via via e fai ridurre il liquido della metà (ci vorrà un’ora abbondante).
Nel frattempo pulisci le cozze eliminando il bisso (o la barbetta) e falle aprire in una padella a fuoco vivace. Tienile da parte.

In una casseruola capiente fai rosolare la cipolla tagliata a dadini e l’aglio tritato in un paio di cucchiai di olio di oliva. Aggiungi il pomodoro spellato e tagliato a cubetti.
Aggiungi gli scampi e versa un paio di mestoli di fumetto caldo. Fai cuocere 5 minuti, poi aggiungi i calamari. Dopo 5 minuti aggiungi anche i cubetti di spinarolo e di pesce persico. Per ultimo unisci i filetti di triglia e le cozze.
Via via che aggiungi il pesce, unisci anche qualche mestolo di fumetto e sala alla fine.
Quando il brodetto è pronto, versalo nella ciotola di ogni commensale, sopra una manciata di taralli al peperoncino.

Taralli al peperoncino

Taralli al peperoncino
(circa 20 pezzi)

200 g di farina 0
40 g di olio EVO
60 ml di vino bianco secco
2 g di lievito per torte salate
4 g di sale
peperoncino in polvere q.b.

Unisci tutti gli ingredienti ed impasta bene. Lascia riposare coperto da pellicola per un’oretta.
Forma dei salsicciotti spessi quanto un dito e tagliali a circa 10 cm. Forma il tarallo, arrotolando il cordoncino come una ciambella e chiudi le estremità sovrapponendole e sigillandole, premendo con un dito.
In una pentola, porta l’acqua a bollore e versa una decina di taralli alla volta, togliendoli non appena arrivano a galla. Mettili a riposare una mezz’oretta su una teglia coperta con carta forno e spennellali con un po’ di albume. Cuoci a 170 gradi per una mezz’ora o fino a che sono dorati.
Spengi il forno e lascia i taralli a seccare nel forno spento.

Taralli al peperoncino

Con questa ricetta partecipo alla sfida MTC 55 proposta da Anna Maria Pellegrino (La cucina di qb)

Annamaria ci ha chiesto di raccontare un aneddoto in cui il fattore cibo abbia fatto la differenza.
Non mi ci è voluto molto a ricordare un evento capitato qualche anno fa, il giorno della festa di fine anno della scuola materna.
A differenza di quando a scuola ci sono andata io, adesso in classe non ci sono solo bambini fiorentini, ma è frequentata da bambini di ogni nazionalità e ognuno arricchisce la classe con la propria cultura di origine. Perché la differenza, se vissuta con occhi curiosi e mente aperta, non può essere altro che arricchimento.
Quell’anno, in classe, era stato spostato da un’altra sezione un bambino particolarmente agitato, di origini marocchine, con una situazione familiare piuttosto complicata,  che viveva insieme ad altre persone in una vicina scuola occupata.
Dati i motivi per cui dopo qualche mese dall’inizio della scuola era stato spostato di sezione, molti genitori vedevano a repentaglio l’incolumità dei propri figli e mostravano una preoccupazione in parte alimentata anche da un atteggiamento razzista nei confronti di questo piccolo straniero.
In quell’occasione, la maestra fu maestra non solo di scuola ma anche di vita e riuscì a farlo integrare nel gruppo degli altri bambini, a farlo sentire al sicuro e ad avvolgerlo di attenzioni e amore.
In pochi mesi riuscì a portarlo ad essere un bambino un po’ più sereno (anche se sempre vivace), ed a sopirne gli istinti aggressivi, nati fondamentalmente da tutte le difficoltà che doveva sostenere nonostante i suoi soli 4 anni.
Ed ebbe un’idea grandiosa per la festa di fine anno.
Dopo averlo fatto accogliere nel gruppo dei bambini, non le restava che far accogliere anche la sua famiglia nel gruppo dei genitori.
La sua mamma ed il suo babbo, si presentarono alla festa con una enorme couscoussiera, e servirono a tutti i genitori, incuriositi da questa specialità esotica, un po’ di cous cous alla verdure.
Fu un successo. Anche chi li aveva sempre guardati un po’ storto non resistette alla tentazione dell’assaggio, e del bis.
E davanti a quel piatto di cous cous alle verdure, anche gli animi più restii si avvicinarono per assaggiare la novità, chiedere la ricetta, fare i compimenti alla cuoca.
Bastò questa semplice condivisione per rompere il ghiaccio e la diffidenza.
La differenza, se vissuta con occhi curiosi e mente aperta, non può essere altro che arricchimento.

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10 Comments

  • Reply Claudio Aloisio

    Bella la ricetta e anche l'accompagnamento con i taralli che ho usato anche io aromatizzandoli però con il finocchio (il peperoncino lo messo dentro la zuppa) 🙂 Complimenti!

    23 Marzo 2016 at 11:09
    • Reply gaia

      Grazie Claudio,
      vengo a vedere la tua versione, allora!
      In bocca al lupo!

      29 Marzo 2016 at 20:02
  • Reply Rossella Campa

    Bella ricetta, i taralli poi ci stanno proprio bene. Tenero e delicato è invece il tuo ricordo, condivido appieno l'importanza di essere sempre pronti all'altro, si ricevono regali inaspettati.

    23 Marzo 2016 at 12:09
    • Reply gaia

      Grazie Rossella,
      non avevo mai fatto i taralli, ma sono di grande soddisfazione!
      un caro saluto

      29 Marzo 2016 at 20:03
  • Reply Cipensiamo Noi

    Sono pienamente d'accordo con te, il mare si cucina non si trivella!!! Complimenti inoltre per l'ottima zuppa è spettacolare e molto invitante! gnam gnam !!Bacioni e buona Pasqua 😀

    23 Marzo 2016 at 17:09
    • Reply gaia

      Visto il ritardo con cui mi affaccio qui, gli auguri sono ormai fuori tempo massimo…
      Spero che sia stata una Pasqua serena!

      29 Marzo 2016 at 20:10
  • Reply roberta

    Splendido post, bellissimo il racconto finale. Per essere una che con il pesce non ha dimestichezza, mi pare che tu abbia prodotto un brodetto con i controfiocchi!

    24 Marzo 2016 at 17:43
    • Reply gaia

      Beh, grazie.. ma ho visto tante versioni molto più belle di questa!
      un abbraccio cara Roberta!

      29 Marzo 2016 at 20:13
  • Reply Anna Maria Pellegrino

    "Perché la differenza, se vissuta con occhi curiosi e mente aperta, non può essere altro che arricchimento." Ecco, il tuo piatto lo si trova in sintesi nella frase ad introduzione del momento che il cibo ha fatto la differenza. In questo caso, si è trattato di un momento caratterizzato dal rispetto, stesso sentimento che inviti a provare nei confronti del mare, nell'invito ad andare a votare al referendum. Il tuo broetto, sono certa, oltre ad essere ben preparato, non deve aver lasciato tanti odori in cucina proprio perchè hai iniziato a guardare il pesce con un occhio diverso. Grazie per aver partecipato e grazie anche per i tuoi vivacissimi taralli! Anna Maria

    29 Marzo 2016 at 3:46
    • Reply gaia

      Grazie a te, Anna Maria,
      per avermi accompagnato su questa strada per me poco esplorata!
      a presto!

      29 Marzo 2016 at 20:15

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