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Un’alluvione di tapas

Il 4 novembre 1966, 50 anni fa, dopo due giorni di piogge più che abbondanti e ininterrotte, l’Arno gonfio di acqua non ce la fece più a scorrere stretto tra le sue sponde e così uscì, allagando prima i paesi del Valdarno e poi scavalcando le spallette che lo costringevano nel suo percorso dentro Firenze.
La città fu sommersa da acqua e fango, che si distribuì violentemente in tutti i quartieri intorno al corso del fiume, allagando case, penetrando in ogni pertugio, infangando macchine, negozi e tutto quello che trovava.
L’acqua sommerse i piani terreni di molte zone. Ancora oggi, passeggiando in centro città e alzando lo sguardo può capitare di imbattersi in targhe di marmo che mostrano fino a che altezza arrivò l’acqua e molte sono a 4 metri di altezza!
In questo stato di emergenza furono molti i soccorsi e tra i tanti, quelli che sono rimasti più vivi nei ricordi sono i cosiddetti Angeli del Fango: un vero e proprio esercito di volontari giovani e meno giovani, di tutte le nazionalità, che arrivarono a Firenze, infilarono gli stivali e si rimboccarono le maniche per salvare dal fango l’immenso patrimonio artistico e culturale della città, a partire dai volumi antichi della Biblioteca Nazionale o dalle opere d’arte conservate negli Uffizi e nei suoi scantinati.

E proprio per rendere omaggio alla memoria di questo disastro e celebrare gli Angeli del Fango e la rinascita di Firenze,  dedico alla mia città la mia partecipazione alla sfida MTC60, che ci ha lanciato Mai, il genio di questo gruppo matto, che con la sua creatività e la sua grafica ci allieta tutte le sfide!
Mai, da spagnola DOC, ci ha proposto di realizzare delle tapas, il tipico stuzzichino spagnolo, in tre diverse varianti, accomunate da un filo conduttore.
Nel suo post ci ha spiegato che di tipi di tapas (scusate la danza di parole) ne esistono diversi, a seconda di come sono realizzate.
Le tapas, a parte il nome esotico che potrebbe far pensare a pietanze lontane dalla nostra tradizione, non sono altro che porzioni di un piatto più abbondante, non un finger food da aperitivo in piedi, per intendersi. Diciamo che per gustarle bisogna sedersi e usare le posate.
Poi ci sono i pinchos, che invece sono miniporzioni su stecco, da gustare anche in piedi, così come i montaditos: piccoli panini o simil-crostini da mangiare con le mani.

La prima cosa che mi viene in mente quando penso all’alluvione è una immagine in bianco e nero in cui le macchine dell’epoca attraversano la città galleggiando sul fango, in un disastroso scenario di impotenza e abbandono.
Sulla base di questa immagine ricorrente, ho pensato alla prima tapa: che ormai in casa è stata soprannominata ‘L’alluvione’. L’idea è quella di rappresentare il fango e tutto cio’ ci galleggiava sopra che qui si trasforma in una molto più innocua purea di lenticchie rosse punteggiata di pezzetti di seppia saporita.

MTC 60 - tapas fiorentine

Tapas L’alluvione

1 cipolla rossa di Certaldo IGP
1 carota
1 gambo di sedano
150 g di lenticchie rosse decorticate
1 seppia
sale
olio extravergine di oliva

Fare un soffritto leggero con un cucchiaio di olio e tutti gli odori tagliati a dadini: cipolla, sedano e carota. Aggiungere le lenticchie e le seppie tagliate a pezzi, versare acqua calda fino a coprire di un paio di dita, salare e cuocere una mezz’oretta. Eventualmente aggiungere altra acqua in cottura, se dovesse ritirarsi troppo e diventare asciutta.

Firenze ebbe un gran da fare per riprendersi e ripulirsi. Mia mamma mi racconta che si cercava di recuperare il possibile… si ricorda che molte mercerie, invase dal fango, si misero a lavare gli scampoli che vendevano e addirittura i fili da cucire, per poterli poi rimettere di nuovo in vendita.
Chissà se gli Angeli del Fango abbiano lavato pure i fili da cucire.. in ogni caso, furono indispensabili per salvare moltissime opere d’arte ed a loro dedico i miei pinchos:
per ringraziarli e per ricordare che moltissimi provenivano da fuori Italia, questi bastoncini racchiudono l’essenza di un tipico piatto inglese, che è fish and chips.

 

MTC 60 - tapas fiorentine

Pinchos Gli Angeli del fango
1 patata rossa
1 filetto di merluzzo
una decina di cucunci (i frutti di cappero)
farina
sale

per la pastella
100 g di farina
4 g di lievito istantaneo
140 ml di birra

MTC 60 - tapas fiorentine

Lavare bene la patata e tagliare fettine sottili con un pelapatate. Asciugarle e friggerle un po’ per volta in un pentolino con olio di arachidi profondo, quando arriva a 180°.
Preparare la pastella, mescolando con una frusta la birra fredda con la farina setacciata con il lievito.
Tagliare il merluzzo in bocconcini di 5 cm per 2 cm, passarli nella farina e poi nella pastella.
Friggere anche il merluzzo.
Comporre il pincho, infilzando il merluzzo, poi due sfoglie di patata a formare le ali e chiudere con il cucunci, a mo’ di viso dell’angelo.

Tapas angelo del fango

Ci volle un po’ di tempo, ma alla fine a Firenze tornò a risplendere il sole.
Ed ecco il mio montadito, ispirato da una ricetta di trippa tratta dalla ‘Bibbia della trippa’ di Baldini e Scanzani, che racchiude l’essenza della cucina povera di Firenze (la trippa) e il giallo del sole (con lo zafferano toscano), servito su una fetta di baguette a lievitazione naturale, rigorosamente home-made.

 

Montadito Torna il sole

una baguette tagliata a fette
400 g di trippa
metà cipolla rossa
olio extravergine di oliva
una decina di pistilli di zafferano
una tazzina di acqua
sale
il succo di mezzo limone

Come prima cosa, tenere a mollo i pistilli di zafferano in una tazzina di acqua bollente, in modo da rilasciare il loro aroma e conservarli nel liquido per un paio d’ore.
In una pentola di coccio far soffriggere la cipolla tagliata a dadini con un paio di cucchiai di olio. Quando la cipolla è diventata traslucida, aggiungere la trippa tagliata a listarelle, salare e far cuocere a fuoco basso per circa 45 minuti. Negli ultimi cinque minuti, versare la tazzina di acqua e zafferano ed aggiungere il succo di limone.
Servire tiepida su una fetta di baguette.

tapas torna il sole

Baguette
30 g di pasta madre
125 g di farina di forza (manitoba)
125 di acqua

Sciogliere la pasta madre nell’acqua ed aggiungere la farina. Conservare il prefermento così preparato in frigo per una notte.

Il mattino dopo, riportare a temperatura ambiente il prefermento (ci vorrà almeno un paio d’ore) ed aggiungere :
100 g di farina di grano duro
300 g di farina di grano tenero
5 g di sale
150 g di acqua ( o più se l’impasto fosse duro)

Impastare, lasciare lievitare, formare le baguette facendo tre filoncini, inciderli con tagli verticali e cuocere a 240 gradi per circa 20 minuti.

Con queste tre tapas partecipo alla sfida MTC60 lanciata da Mai.
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24 Comments

  • Reply Rondinella

    E' proprio vero che l'MTC tira fuori il meglio da ognuno di noi…complimenti per il tuo filo conduttore…sono stata a Firenze diverse volte (ho vissuto ad Arezzo per 5anni) e ricordo bene quelle targhe di cui parli:) Complimenti per le tue tapas!! Bravissima

    19 Ottobre 2016 at 11:07
    • Reply gaia

      Ciao Rondinella,
      ho pensato tanto al filo conduttore, prima di decidermi, ma quando mi è venuta in mente l'alluvione e questo anniversario rotondo che si avvicina, non ho potuto non celebrarla!
      grazie!

      19 Ottobre 2016 at 19:46
  • Reply Sabry

    Brava a ricordare Firenze … storia che ogni volta mi mette i bordoni!

    19 Ottobre 2016 at 14:48
    • Reply gaia

      E si capisce che sei fiorentina anche te, Sabry!
      😉

      19 Ottobre 2016 at 19:46
  • Reply Marina

    Non ci posso credere…abbiamo fatto due ricette uguali !! La trippa e il fish & chips…ma i contesti erano diversi però !
    Non riesco ad immaginare l'aluvionedi Firenza, sembra incredibile e invece era vero…come non riesco ad immaginare che l'alluvione di Roma, molto prima di quella di Firenze ovviamente, potesse portare l'acqua fino alla Barcaccia di Piazza di Spagna…molto più lontano. comunque,l'acqua mette paura.
    Mi ppiace tantissimo iltuo filetto di baccalà..sia come ricetta che come metafora 🙂

    19 Ottobre 2016 at 17:26
    • Reply gaia

      MA dai, davvero?
      Non sono molto in rete ultimamente e temo di perdermi tante belle cose, vengo subito a trovarti. Sono curiosa di vedere la tua versione!

      19 Ottobre 2016 at 19:47
  • Reply peccati di dolcezze

    Sono senza parole i brividi per il racconto ,emozione per l omaggio e meraviglia per.la.tua creatività i miei complimenti

    19 Ottobre 2016 at 17:49
    • Reply gaia

      Grazie,
      cara peccati di dolcezze!

      19 Ottobre 2016 at 19:55
  • Reply La Gaia Celiaca

    che bella idea gaia! la storia noi fiorentini la conosciamo bene, ma non per questo è meno toccante. è bello che tu abbia pensato a questo per l'MTC, davvero un bel post.
    E le tapas sono splendide!
    <3

    19 Ottobre 2016 at 20:28
    • Reply gaia

      Grazie omonima,
      è vero noi fiorentini la conosciamo bene, ma a volte non ci si pensa.. questa era un'occasione per ricordarla a tutti!

      23 Ottobre 2016 at 13:32
  • Reply Lisa Fregosi

    Da brividi il ricordo dell'alluvione anche se io non ero ancora nata mia madre andò a Firenze a dare una mano… le tue proposte sono buonissime.

    20 Ottobre 2016 at 11:32
    • Reply gaia

      Cara Lisa,
      ringrazia tua mamma a nome dei fiorentini! Deve essere una donna speciale!

      23 Ottobre 2016 at 13:34
  • Reply Manu

    Bellissimo il tuo omaggio all'alluvione che mi tocca particolarmente perché a Trento eravamo nella stessa situazione di fango e macerie
    Belle le tue tapas che raccontano splendidamente le sensazione di quei giorni ….. e poi alla fine torna il sole
    Un abbraccio Manu

    20 Ottobre 2016 at 14:17
    • Reply gaia

      Cara Manu,
      e io ringrazio te, perchè non sapevo che anche Trento fosse stata colpita dalla stessa tragedia!

      23 Ottobre 2016 at 13:38
  • Reply Lara Bianchini

    a parte la bontà evidente… che bellezza sto tema!

    20 Ottobre 2016 at 16:25
    • Reply gaia

      Grazie Lara!

      23 Ottobre 2016 at 13:38
  • Reply Mai

    questo tuo post mi ha fatto emozionare tanto che ho un nodo nello stomaco… la natura sa essere perfida ma in fondo non è colpa sua, e ciò che ci rende impotenti. Quando accadono questi fenomeni/disasitri mi sento impotente e in colpa, non chiedermi perché!
    Ma poi andando avanti e leggendoti, la storia si è fata allegra, grazie alle tue tapas e allo spirito che ci hai messo.
    Il "fango con le cose che gallegiano" in una tappa? Noooo ma quante ne tirate fuori? Siete tropo forti e vi meritate tanti complimenti!
    Allora che siano fiumi di fango allora, (di questo tuo intendo) in piattino in ciottoline come vuoi ma io ne vado ghiotta perché credo che questo abbinamento di lenticchie rosse e sepia sia una di quelle bontà che si ricordano per sempre dopo il primo cucchiaio. quoto alla ennesima quota queto tuo alluvione!!!
    E venvenuti angeli da ogni parte del mondo, perché pinchos così sono quelli che servono, a dare forze allo spiritu!
    E se come piatto povero mi proponi dei montadito con la trippa allo zaferrano, su fette di baghette home made… allora diciamo che hai saputo rendere onore alla tua città, a queste tapas e allo spirito dell'MITC

    una poesia hai fatto!!!!

    21 Ottobre 2016 at 12:07
    • Reply gaia

      Cara Mai,
      quando ho visto che mi avevi lasciato il tuo commento, mi sono emozionata anche io. Chissà cosa ne penserà, mi sono detta.
      Sono contenta che ti sia piaciuto, ma non ti crucciare: l'aiuto degli altri, quando è sincero e senza doppi fini, è una medicina unica per affrontare le situazioni peggiori. E gli Angeli del Fango sono stati una buona medicina per Firenze!
      un bacio e a presto!

      23 Ottobre 2016 at 13:41
  • Reply La Gaia Celiaca

    p.s. la baguette è uno spettacolo!

    24 Ottobre 2016 at 15:44
    • Reply gaia

      sei addirittura ritornata da queste parti! 😉
      grazie omonima!

      24 Ottobre 2016 at 20:41
  • Reply pâtes et pattes

    Innanzitutto Magali ed io ci inchiniamo davanti alla baguette, perchè assolutamente perfetta e poi con il LM! E poi che dire di quel merluzzo travestito da angelo, le lenticchie rosse e la trippa (quando ero "carnivora" ne ero ghiotta) presentata da "signora". Hai saputo donare "importanza", estetica, genialità ad ingredienti semplici e questa, in assoluto, è un'arte. Complimenti e un ronron speciale da Magali!

    24 Ottobre 2016 at 18:55
    • Reply gaia

      Care Helga e Magali,
      rialzatevi pure dall'inchino, che qui non ce n'è bisogno! 🙂
      Mi piace pensare alla trippa presentata da signora e al merluzzo travestito, leggo le vostre parole e non mi rendo conto che state parlando di me. Troppo gentili! grazie davvero di cuore!
      ronron

      24 Ottobre 2016 at 20:44
  • Reply Alessandra Gennaro

    il 4 novembre del 1966 avevo 10 mesi.
    E mio papa' era stato richiamato, nel corpo dei Vigili del Fuoco, per portare soccorso a Firenze e ai Fiorentini. Era tornato con un trattore di plastica, per la sua bambina, che ricordo ogni volta con il cuore stretto.
    il 4 novembre del 2011, l'ennesima alluvione che si abbatte' su Genova causo' 6 morti e una devastazione che ancora oggi non riesco a ricordare. Ma l'unica immagine che recupero e' quella di mia figlia, sporca di fango dalla testa ai piedi, insieme ai suoi amici, che riallacciava l'ennesimo anello che la univa al nonno, facendo quello che aveva fatto lui, quasi 50 anni prima.
    Grazie per questo post, che tocca le corde piu' profonde del mio cuore.

    29 Ottobre 2016 at 11:37
    • Reply gaia

      Grazie a te. come sempre!

      5 Novembre 2016 at 10:26

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